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“I dipendenti esposti all’amianto”, cit., pp. 460-461. Per la disciplina della ‘precisione’ v. A. BOSCATI, “Contributi aggiuntivi per l’esposizione all’amianto tra salvaguardia della salute e quella dell’occupazione”, in OGL, 2000, 525; F. TOPACCHI, “Benefici contributivi per l’amianto: la Corte di Cassazione analizza la Consulta e riformula la ratio della normativa”, in MGL, 2001, 731; L. SPAGNUOLO VIGORITA, Prefazione a AA.VV., Rischio amianto, a cura di L.S. Vigorita, Milano, 1997, XI; S. GARIBOLDI, “Problemi interpretativi e applicativi delle leggi 257/1992 e 271/1973”, in Rischio amianto, cit., p. 9; L. SPAGNUOLO VIGORITA, “La posizione della Cassazione in ambito di contributi aggiuntivi per esposizione all’amianto”, in MGL, 1998, pp. 978 e ss.; A. MORONE, “Esposizione ultradecennale all’amianto:

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la Corte Costituzionale giudica sulla costituzionalità dei requisiti per accedere ai benefici della pensione”, DRI, 2000, pp. 509 e ss. Per le considerazione di carattere ‘finanziaria’ v. Cass. 11.01.2007, n. 400, in LG, 8, p. 823; Cass. 29.10.2003, n. 16526, FI, 2004, I, p. 79; Cass. 27.02.2002, n. 2926, in RFI, 2002. (11) R. RIVERSO

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“Il compito della Magistratura: nuove e vecchie questioni nella difesa giudiziaria per i dipendenti esposti all’amianto. Il motivo legale ultima spiaggia, ma contro chi?”, in Atti della tavola rotonda “Amianto: lo stato dell’arte: previdenziale e giuridico, medico – epidemiologico e ricerca genetica ambientale, compito della comunicazione”, Trieste, 2007, I Quaderni AEA, p. 32. (12) Si analizzi in merito, la l. n. 247/2007.

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L’art. 1, comma 20 si riferisce ai dipendenti che abbiano acquisito certificati da parte dell’Inail vista la presentazione delle connesse richieste entro il 15 giugno 2005 e che abbiano lavorato nelle imprese in cui si prevedevano attività previste dal Ministero del lavoro e per tempi non posteriori al 2 ottobre 2003.

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Al comma 21, mentre, è prescritto che l’usufruire del beneficio per i “dipendenti che non hanno alcun trattamento pensionistico con inizio prima dell’entrata in vigore della presente normativa”.

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Per Sferrazza “La legge vuole, soprattutto, porre un limite (inizio atto di bonifica, e, tuttavia, non oltre il 2 ottobre 2003), oltre il quale non si può più effettuare il riconoscimento dell’esposizione all’amianto per la concessione dei benefici previdenziali.

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Ma, principalmente, vuole porre dei limiti all’attribuzione dei benefici in esame agli unici soggetti che abbiano condotto attività professionali presso le imprese che svolgono attività che derivano dalla precisazioni del Ministero del Lavoro e della previdenza sociale.

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È evidente che, così letta, la legge ha una conseguenze elevata, poiché esclude dal beneficio in questione, tutti quei dipendenti che, anche se esposti all’amianto, non hanno svolto attività alle dipendenze di una di quelle imprese ministeriale.” (SFERRAZZA, cit. p. 131).

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Invece rispetto alla seconda delle suddette prescrizioni, essa “potrebbe riferirsi in maniera indistinta a tutti quei dipendenti esposti all’amianto, e, dunque, sarebbe idoneo a stabilire una nuova e altra circostanza per accedere al beneficio della riconsiderazione dei contributi, ovvero, appunto, quella di non essere soggetto ad un trattamento di pensione che è cominciato prima del 1° gennaio 2008.

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O siffatto limite è previsto solo per quei dipendenti cui sia concesso dall’Inail un certificato di esposizione sulla sola base degli atti di indirizzo.” (Ibidem). Con palese, in quest’ultima circostanza, di trattamento impari.

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