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Mi auguro di aver dato tutte le informazioni necessarie su cui approntare una riflessione; ho cercato di evidenziare con minuziosità di esempi, quelle che, a mio parere, sono circostanze di illogicità e distorsioni, derivanti da un non discusso orientamento della giurisprudenza al reato in esame, il quale, insieme alle abituali azioni civili, ha modificato in maniera ingiusta il meno lesivo reato bagatellare, in qualcosa di ben più grave entità.
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Compito della disciplina é quello di rendere più efficiente la visione giuridica pure attraverso orientamenti per nulla derivanti dalla dottrina giurisprudenziale; mi auguro ancora che i miei giudizi possano essere considerati dai legali nelle difese in modo tale che, prima o poi, la Cassazione, sarà tenuta a mettere in atto un reale cambiamento, non permettendo più a nessuno di utilizzare la Giustizia per finalità anticostituzionali.
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Il reato di sottrazione fraudolenta al versamento di imposte viene ampliato al falso ideologico effettuato nei documenti da presentare per i procedimenti di tipo fiscale.
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Come è chiaro, l’art. 29, c. 4 del decreto legislativo 31 maggio 2010, n. 78, in cui sono riportate misure urgenti in ambito di stabilità finanziaria e di concorrenza economica, ha di recente modificato l’art. 11 del decreto di legge 10 marzo 2000, n. 74, riguardante il reato di sottrazione fraudolenta al versamento di imposte.
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Rispetto a ciò, si deve sottolineare preliminarmente che il c. 1° della prescrizione ultima evidenziata non possiede importanti anomalie rispetto alla formulazione vigente, eccetto quanto verrà presentato nella trattazione seguente.
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In primis, bisogna sottolineare l’assenza della formulazione del vincolo di tutela che prima si ritrovava all’inizio della prescrizione in esame, con questo ammettendo che nel caso in cui il comportamento messo in atto dal contribuente possa ricondursi, oltre che alla tipologia de qua, ad altre modalità delittuose più gravi, non verrebbero a configurarsi le conseguenze connesse al criterio di inclusione della tipologia meno grave (reato tributario) in quella più grave, tornando, quindi, attuabile il criterio di specialità di cui all’art. 15 del c.p., per cui quando due o più normative incriminatrici disciplinano il medesimo ambito, deve adottarsi soltanto quella speciale “per specificazione o per inclusione di elementi della tipologia.”
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La legge ha cercato, poi, di aumentare le condanne da prevedere per il contribuente, il quale abbia dato vita ad azioni di impoverimento (simulate o fraudolenti) con lo scopo di non permettere o tuttavia interrompere il ripristino da parte dello Stato di tasse, sanzioni ed interessi per una somma superiore ad euro duecentomila.
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Principale importanza ottiene la norma incriminatrice inclusa al c. 2° dell’art. 11, che condanna con l’arresto da sei mesi a quattro anni “chi, allo scopo di conseguire per se stesso o per altri un versamento parziale delle imposte e connessi accessori, precisa nei documenti da presentare per i procedimenti di tipo fiscale elementi attivi per una somma inferiore a quella reale oppure elementi passivi falsi per una somma totale superiore ad euro cinquantamila.”
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Per una analisi più corretta della tipologia appena esposta sembra necessario approfondire, anche se in maniera breve, l’istituto della transazione fiscale e gli ambiti in cui esso si trova ad operare.
Questo istituto è stato inserito dall’art. 146 del decreto di legge 9 gennaio 2006, n. 5, il quale ha introdotto l’art. 182-ter al regio decreto 16 marzo 1942, n. 267.
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In base a ciò, si precisa che siffatta prescrizione prevede che l’industriale che è in condizioni di crisi o di insolvenza, mediante la disposizione dell’art. 160 del medesimo decreto, può richiedere il versamento parziale o dilazionato delle imposte derivanti dalle agenzie fiscali e dei connessi accessori, come anche dei contributi gestiti dagli istituti della previdenza sociale e dei connessi accessori, in maniera limitata alla somma di debito avente carattere chirografario, pure se non iscritti a ruolo, escludendo le tasse tributi che rappresentano risorse proprie dell’Unione europea. Per quel che riguarda l’Iva e le ritenute del sostituto di imposta e non pagate, la richiesta di transazione può interessare soltanto il rinvio di versamento.
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