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La parte che prosegue alla consegna della richiesta dovrà pagare all’ente di mediazione una somma fissa in veste di “diritti di segreteria”, secondo i costi adottati dal Ministero che oggi assomma ad euro 30,00. – la questione della competenza per territorio:
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La spiegazione alla lettera dell’art. 4, chiamato “Accesso alla composizione”, parrebbe non presumere nessun parametro per regolare la competenza per territorio perché semplicemente stabilisce che “In caso di più richieste concernenti la medesima contesa, la conciliazione ha luogo davanti all’ente presso cui è stata consegnata la prima richiesta”.
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Ebbene, la norma in questione sembra fortemente lesiva delle regole del processo in vigore nel nostro sistema giuridico oltre che adatta a danneggiare a priori l’eventualità di servirsi dell’iter di conciliazione, dato che sembra irrazionale non presumere nessun parametro di competenza per territorio.
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Il problema emerge in termini di più grande complessità in particolar modo per le contese connesse a relazioni negoziali contraddistinte da un considerevole sbilanciamento economico e legislativo tra le parti e cioè tra enti assicurativi ed assicurati e/o lesi o tra enti bancari e finanziari e i propri utenti.
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In questi casi, teoricamente, se l’azienda in esame fosse più veloce nell’interpellare un ente di pacificazione che potrebbe essere collocato in qualsiasi luogo del Paese, obbligherebbe la controparte ad andare presso questo ente oppure a respingere la conciliazione con tutti gli effetti dannosi che questa decisione potrebbe avere nel giudizio seguente.
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Quindi, secondo l’autore, la disposizione dovrebbe essere intesa in maniera analogica ricordando nel testo in esame i requisiti di competenza indicati dal Codice di Procedura Civile nel senso di considerare che la conciliazione debba svolgersi dinanzi al primo ente interpellato tra quelli che fanno parte del distretto dell’Ufficio Giudiziario che avrebbe la competenza in mancanza della conciliazione, secondo i comuni requisiti richiamati dal Codice di rito.
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L’augurio, dunque, è che il provvedimento di adozione di prossima diffusione immetta una correzione alla disposizione in questione o che agisca una sentenza della Corte Costituzionale su tale punto per eludere pesanti ingiustizie a livello processuale.
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Il confronto tra le parti davanti al conciliatore presso l’ufficio dell’ente di conciliazione La parte che ottiene la notificazione della richiesta di conciliazione entro un termine indicato dalla disciplina di procedimento di ciascun ente dovrà informare la potenziale ammissione o rinuncia a prendere parte al confronto stabilito dinanzi al conciliatore.
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In caso di rinuncia, il conciliatore compila un processo verbale in cui certifica la fine del procedimento da parte di una o più parti.
Se il confronto ha luogo, al contrario, il conciliatore deve agire per agevolare il conseguimento di un patto tra le parti, potendosi servire anche dell’aiuto di specialisti per le contese che presumono particolari conoscenze tecniche, le cui spese sono attribuite alle parti.
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I potenziali risultati dell’iter di conciliazione Se viene conseguito un patto benevolo tra le parti, il conciliatore redige processo verbale cui viene accluso il testo del patto stesso.
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Se non è conseguito un patto, se le parti ne facciano conforme domanda, il conciliatore può elaborare una richiesta di conciliazione che è notificata alle parti in forma scritta e queste, entro sette giorni, fanno giungere l’ammissione o la rinuncia della proposizione che, in assenza di replica, sarà ritenuta respinta.
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Se la pacificazione non ha successo, il conciliatore istituisce processo verbale con la definizione della potenziale idea e delle motivazioni del non avvenuto accordo.
Il verbale è firmato dalle parti e dal conciliatore che attesta la validità delle firme delle parti e, in seguito, viene consegnato alla segreteria dell’ente e della documentazione è consegnata copia identica alle parti che ne facciano domanda.
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Se viene conseguito il patto, in via benevola o per ammissione consensuale della richiesta fatta dal conciliatore, questi formula processo verbale firmato dalle parti e dallo stesso conciliatore il quale attesta, inoltre, la sottoscrizione della firma delle parti in qualità di Pubblico Ufficiale.
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