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    In merito a siffatta connessione, il significato di esposizione ultradecennale, legano l’aspetto temporale con quello di attività professionale sottoposta al citato modello di salvaguardia previdenziale (artt. 1 e 3 del D.P.R. n. 1124 del 1965), viene ad compromettere, per forza, quello di pericolo e, più esattamente, di pericolo patologico rispetto alle malattie, quali esse siano, che l’amianto è in grado di causare per la sua sussistenza nel luogo di lavoro; probabilità, questa, tanto pregiudizievole da portare la legge, sia anche per scopi preventivi, a stabilire la soglia massima di concentrazione di amianto nel luogo di lavoro, che evidenzia il limite del pericolo di esposizione (decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277 e seguenti modificazioni)”.

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    Si stabilirebbe, procede il giudice Salernitano, una disuguaglianza di trattamento tra vincente e perdente, perché il vincente, che in giudizio vede ammesso un proprio diritto, sarà in realtà il vero perdente, essendo obbligato a addossarsi l’obbligo di liquidare il proprio legale, e quindi essere soggetto all’aggiunta di un importo non solo da pagare prima, ma anche al risultato del giudizio; se il perdente in giudizio, sebbene dichiarato reo di aver infranto disposizioni giuridiche, è ricompensato con una pena ridotta al valore della contesa.